giovedì 4 novembre 2010

Un medico legge la bibbia SOMMARIO

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un medico legge la bibbia: MEDIBIBBIA





Introduzione alla prima stesura di vent'anni fa

Considerando le condizioni igieniche dei tempi biblici, tra le altre cose, mi è stato spontaneo domandarmi: Gesù ha raccolto gli escrementi per le strade quando era bambino?
Non posso negare che questioni del genere possano nascere a causa di una certa deformazione professionale e che non sono le più importanti per chi si accosta a un libro sacro, ma perché tutto coopera al bene e anche l’esser medico il più delle volte non è un male, perché, pur nei limiti personali, non offrire un contributo che potrebbe essere originale alla conoscenza della bibbia?
Ecco le ragioni del libro.
Se poi chi lo avrà per le mani lo vorrà giudicare con benevolenza e anzi migliorare con le sue critiche, ne potrà certamente cavare insieme all’utile, anche una lettura divertente.

Introduzione aggiornata al corrente anno 2010

Rileggendo il testo ai nostri giorni, mi sono accorto quanta acqua è passata sotto i ponti della mia storia da quando io ero più medico che filosofo fino a tutt'oggi che mi sembra di essere filosofo, malgrado fossi stato medico, quanto basta per meritare un aggiornamento. Nel frattempo ho scritto altri appunti di filosofia e, infine, un piccolo testo intitolato: "un filosofo legge la bibbia".
Confrontando i due scritti mi sembra quasi di preferire il primo, ma probabilmente per via di un certo amore accompagnato da altrettanta comprensione per una freschezza che rischia ora d'acquietarsi nella riflessione, se non nella meditazione. In ogni caso leggendo i pareri del medico mi sono trovato con un vecchio amico che mi ha lasciato in dono un poco di serenità.



SOMMARIO

INTRODUZIONE

IGIENE
Servizi igienici pubblici, protezione dell'ambiente, 
abitudini e tradizioni dei popoli della bibbia.
(Rifiuti e scorie industriali, cloaca, acqua potabile, abluzioni, inquinamento atmosferico, popolazione, escrementi, riscaldamento).

ANCORA sull’IGIENE
La religione, idea forza a servizio dell’uomo, anche nel campo dell’igiene, senza nemmeno che egli ne sia pienamente cosciente.
(Morte, sepoltura, prostituzione, carne suina, impurità legale, Tobi).

INFESTAZIONI E INFEZIONI
Gli ebrei vivendo in un ambiente più povero e più contaminato ebbero occasione di immunizzarsi verso l’epidemia che colpì a morte anche il primogenito del faraone?
(Topi, peste, Mosè, le piaghe dell’Egitto)

l’ASSISTENZA DEL MALATO
Con che disposizione assistere il malato? Gli amici di Giobbe non sanno farsi uno con la sua situazione. Proprio egli, invece, che avrebbe bisogno di aiuto, una volta superata la prova, è ritenuto degno di soccorrerli nel loro bisogno.
(Malattia, assistenza sociale, spese mediche, merito, castigo).

l’EPILETTICO DEL VANGELO
I rimedi che influiscono sulla salute dello spirito possono essere efficaci anche per guarire le malattie e altrettanto forse si può dire che le medicine possono aiutare lo spirito ad essere più recettivo nei riguardi del bene.
(Depressione, ossessione, epilessia, contagio, colpa, eziologia).

INFORTUNI sul LAVORO
Gli infortuni sul lavoro rimandavano alle responsabilità penali e civile degli addetti.
(Aggressioni di animali, casistica, manovalanza, rapporti sociali, giudizi sugli infortuni).

GIUDA
Giuda, per certi versi sembra un infiltrato. Il paragone con una medicina molto usata in anestesia ne mette in evidenza alcune sue caratteristiche.
(Curaro, farmacodinamica, infiltrato, sabotaggio, mediatore chimico, anestesia, respiratore, acetilcolina, penicillina, schemi di pensiero, farisei, ipocrisia).
  
il RAPPORTO MEDICO - MALATO
il rapporto medico - malato alle volte è improntato a sentimenti misti di diffidenza e di stima, di odio - amore istintivi.
(Spese farmaceutiche, placebo, stregoneria, rimedi naturali, guarigione).

una PAZZIA ATAVICA
Salute, vitalità, socialità sono per l’uomo limitate. Il loro esaurirsi è fonte di malattia.
(Salute, esaurimento, vecchiaia, pazzia, colpa, responsabilità, divisione, guerra).

il SANGUE 
La perdita del sangue equivaleva, per gli Ebrei, alla perdita della vita. L’annuncio della comunione con il sangue di Cristo risultava orripilante alle loro orecchie.
(Ferite, emorragia, trasfusione, motivazioni primarie e istintive, morte, vita).
l’oro e la cera (favola)

un INTERVENTO di CRANIOTOMIA
L’epilessia è uno dei postumi più frequenti dei traumi cranici. Anche un personaggio famoso della bibbia potrebbe aver sofferto una malattia dello genere.
(Contusioni craniche, epilessia post traumatica, lapidazione, soggettivismo, rivelazioni).

la RESURREZIONE
Attestare la verità è prima un modo di vivere e poi di parlare. Questo vale soprattutto per il messaggio di Gesù.
(Resurrezione, testimonianza, verità, il ricco epulone).

l’ELEZIONEdel POPOLO EBREO
Si può affermare che Dio ha prediletto il popolo Ebreo?
Come mai Egli, che è giusto e quindi imparziale, ama un popolo più di un altro?






l’ELEZIONE del POPOLO EBREO


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13. cap. l’ELEZIONE del POPOLO EBREO

Si può affermare che Dio ha prediletto il popolo Ebreo?
Come mai Egli, che è giusto e quindi imparziale, ama un popolo più di un altro?

Qualche inverno fa – allora (1999) vivevo ad Augsburg – prima di Natale, non riuscivo a mettere da parte la questione della elezione del popolo Ebreo.
Come mai Dio, che è giusto e quindi imparziale, ama un popolo più di un altro?
Ebbene, un giorno, all’uscita della chiesa di Sant’Antonio – rivedo la scena come se fosse oggi – mi parve di aver trovato la soluzione, proprio mentre passavano due giovani ebrei con il tipico copricapo che li distingueva dagli altri. Mi avvicinai subito a loro per chiedere come avrei potuto parlare con il rabbino che, a non farlo apposta, era il padre di uno dei due, per poter confrontare con lui le mie teorie.
Così per prepararmi al colloquio e per mettere giù qualcosa di scritto, tanto per uscir dal vago, ricordandomi di una mia vecchia compagna d’università, imbastii una lettera finta, che avrebbe potuto spiegare meglio il mio pensiero, più di tante discussioni e, quando incontrai il rabbino gliela presentai, per introdurre il mio parlare.
Quegli la lesse fino in fondo, alzò lo sguardo verso di me, lo riabbassò sulla lettera, si fermò a pensare, la rilesse di nuovo, quindi la piegò in quattro e se la mise in tasca, poi con un benevolo sorriso e con un gentile saluto mi congedò senza spiccicare commento.
Io andai via riflettendo sulla mia questione e così dicevo tra me e me: "Pensandoci bene, una elezione non ne esclude altre". Infatti l’affettività è sempre personale: il popolo eletto è stato veramente scelto, ma non nel senso che è il primo, come se gli altri fossero stati solo secondi, bensì che è stato amato personalmente – come personalmente, oppure realmente, ma sempre in un modo divino, ogni creatura è amata da Dio – e non genericamente ed alla rinfusa o, per così dire, in un modo standard e senza distinzione. 
Ora sarà difficile che Sant’Antonio mi faccia trovare di nuovo numerosi figli di rabbini davanti alle porte delle sue chiese, eppure quando lessi la stessa lettera, in un’altra occasione, ad un famoso teologo cattolico, egli la giudicò un’idea geniale, così per non perderla per strada la ricopio qui, caso mai qualcuno se ne volesse servire. Se poi chi la leggerà vi troverà una soluzione al problema dell’elezione del popolo Ebreo, penso che rimarrà contento come lo sono stato io, accorgendosi che, alla fin fine, il Signore ha un numero talmente infinito di predilezioni possibili per tutti i popoli della terra, che non è assurdo pensare che non ne abbia una anche per ciascuno di noi.
Siamo tutti in attesa.
Permetta che mi rivolga a lei (al rabbino cui mi ero presentato) con una istanza, alla quale, a mo’ di spiegazione, devo far precedere l’esposizione di un ricordo personale.
Io avevo una compagna di scuola che era ebrea e avrei voluto fare a lei gli auguri di Natale, come si facevano a tutti gli altri, ma non sapevo come.
Oggi, invece le scriverei così.
Carissima E.
Tra poco è Natale e i cristiani celebrano la loro festa con gioia.
Ho pensato se ci fosse un modo per fare gli auguri anche a te.
Sono andato indietro nei tempi è mi sono fermato a considerare l’elezione del popolo Ebreo.
Alle volte le circostanze ed i ragionamenti umani ce la fanno apparire meno importante di quello che effet-tivamente essa è, sia perché la mettiamo a confronto con il destino degli altri popoli, sia per un certo sentimento di invidia, mal celato.
Ma nessuno di noi, credo, può capire del tutto la sua importanza.
Essa è una predilezione del Cielo, una grazia speciale, che non può essere diminuita con dei paragoni. Rappresenta una Sua scelta che si deve considerare in ordine alla venuta del Messia e, attraverso di essa, una atto del suo amore per tutta l’umanità.
Anche se, come cristiano, io credo che questo sia già avvenuto, tuttavia il compimento messianico in me e nel mondo è ben lontano dall’essere completato.
Gli Ebrei anche oggi con la loro elezione sono la testimonianza viva della promessa, che questo avverrà in modo definitivo e perfetto, loro danno voce alla preghiera dell’umanità, che si ripete nei secoli, affinché possa adempiersi in modo definitivo e completo.
In questo senso si capisce anche l’immane sofferenza di un popolo che attende una giustizia inappagabile, che mai può essere soddisfatta da qualsiasi indennizzo, se non con lo sbocciare del Virgulto di Davide, e che rappresenta le ansie di ciascun uomo e di tutti i popoli della terra, anche oggi.
Ecco, in questo senso, mi sembra bello vivere nella speranza dell’attesa e poter gioire nella certezza della promessa con i miei amici Ebrei, e poter fare a te, e per mezzo tuo a loro, i miei auguri, proprio in questo tempo, che sembra così adatto per farci aspettare il Messia.
Ti prego di accettare i miei sentimenti con benevolenza.

Fin qui la lettera, ma non potrebbe essa rappresentare una premessa per una maggiore comprensione tra i membri delle due religioni?
Infatti, mentre oggi tra i credenti di fedi diverse si fa strada la necessità di una sorta di intesa unitaria, dall’altra probabilmente ci saranno sempre modi diversi per adorare l’Altissimo, ma quello che forse è più importante non è tanto come noi andremo da Lui, quanto non impedirGli di venire a noi tutti, di arrivare a tutte le genti, erigendo muri di divisione tra i fratelli di un’unica famiglia.
Se lei pensa che questi pensieri meritino una certa diffusione, esprimendo, anche solo con il silenzio, il suo consenso, mi terrò autorizzato a parteciparli anche ai miei amici della sua religione.

Per concludere: poiché il rabbino stette zitto, io mi ritenni autorizzato...